Irene Marullo, I Sermones quadragesimales di san Vincenzo Ferrer e di san Bernardino da Siena nel codice II.1.B.25 della Biblioteca Lucchesiana di Agrigento

 

Nel fervente clima religioso caratterizzante la provincia di Agrigento a partire dal primo ventennio del XV secolo, venne prodotto il codice oggi conservato presso la Biblioteca Lucchesiana di Agrigento con la segnatura II. 1. 12 B. 25, proveniente dalla libraria in sacristia di questo Con(ven)to di San Vito di Girgenti, in cui sono raccolti sermoni quaresimali composti dal domenicano Vincenzo Ferrer e dal francescano Bernardino da Siena. Il manoscritto, vergato in semigotica per il testo e gotica per i tituli, è composto da 254 carte totali. La composizione dei fascicoli è mista, ovvero sono formati ciascuno da sei fogli cartacei inseriti ognuno all’interno di due fogli pergamenacei.

 

Parole chiave: Agrigento, codice, manoscritto, Bernardino da Siena, Vincenzo Ferrer, San Vito, gotica.

 

Irene Marullo (Agrigento 1986), si è laureata in Beni Archivistici e Librari presso l’Università degli Studi di Palermo (sede di Agrigento) nel 2010 con una tesi in Paleografia su Il codice II.1.B.23 della Biblioteca Lucchesiana: una raccolta quattrocentesca di sermoni dal monastero di San Vito di Agrigento (relatore Paolo Cherubini).

 Francesca Criscenti, Un manoscritto sconosciuto delle Historiae di Goro Dati e delle Epistolae di Stefano Porcari

 

Tra i testi repubblicani tardomedievali che ci sono pervenuti ve ne è uno sconosciuto a causa della mancanza di catalogazione da parte della biblioteca in cui si trova. Si tratta di un manoscritto del XV secolo: Cronica della guerra che ebe messer Bernabò duca di Melano col magnifico populo di Firenze, codice unitario che comprende una Cronica di Goro Dati seguita da nove Epistole di Stefano Porcari, politico e umanista romano noto soprattutto per il tentativo di ribellione e la congiura contro il papa Niccolò V. Le opere presenti sono legate alle vicende che videro l’affermarsi della libertas fiorentina tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento. Si tratta di un codice scritto in mercantesca, da una sola mano. Il corpo centrale è in carta; a esso sono stati aggiunti all’inizio e alla fine due fogli di guardia in pergamena, nei quali troviamo alcune note di possesso che sono di grande rilevanza per stabilire la sua provenienza e intravedere le cause che ne determinarono l’allontanamento dalla città di Firenze.

 

Parole chiave: Libertà; manoscritto; repubblica; cronica.

 

Francesca Criscenti, si è laureata nel 2010 presso l’Università degli Studi di Palermo, Corso di Laurea in Beni Archivistici e Librari, con una tesi su Il codice II. 1. 13 C41 della Biblioteca Lucchesiana di Agrigento: una raccolta di testi repubblicani del primo Quattrocento fiorentino (relatore Paolo Cherubini).

 

Per lo studio delle religioni: un nuovo strumento di lavoro.

Presentazione del volume di Giulia Sfamemi Gasparro, Introduzione alla storia della religione, Editori Laterza, Roma-Bari 2011. Interventi di Massimo Naro e Nicola Cusumano. Presentazione di Alessandro Musco.

 

Ogni sapere costruito scientificamente, con rigore di metodo proprio, ha un profilo epistemologico peculiare, che lo connota e lo distingue dagli altri saperi, mentre con questi pure lo pone in dialogo. Per questo, parlando di “storia delle religioni”, è utile cogliere la differenza di prospettiva formale ch’essa mantiene rispetto alla cosiddetta scienza delle religioni. La scienza delle religioni ha una pretesa precipuamente sistematica, che esercita con una sensibilità metodologica di tipo interdisciplinare, raccogliendo i risultati di tante altre discipline che si occupano delle religioni, dalla sociologia all’antropologia, dalla psicologia alla filosofia, dall’etnografia alla storia. In questo orizzonte, però, la storia rischia d’essere ridotta a una mera funzione ancillare, che non rende ragione delle sue effettive risorse. Alla storia della religioni si deve riconoscere la sua autonomia scientifica: essa non è semplicemente uno “strumento” per giungere a conoscere cosa siano le religioni, ma una forma compiuta (anche se specifica) di conoscenza delle religioni. Questa autonomia scientifica della storia delle religioni può essere indicata nella sua capacità metodologica di tipo transdisciplinare. Massimo Naro

 

Parole chiave: storia delle religioni, scienza delle religioni, epistemologia, metodologia

 

Massimo Naro, insegna Teologia sistematica nella Facoltà Teologica di Sicilia a Palermo. È direttore del Centro Studi Cammarata di San Cataldo (Caltanissetta). Tra le sue pubblicazioni: Diventerete come Dio. La riflessione teologica contemporanea sul rapporto tra cristianesimo e modernità, Lussografica 1998; Divina metamorfosi. L’antropologia cristiana di Domenico Turano, Sciascia 2002; Amore alla Parola. L’esegesi spirituale di Divo Barsotti, Rubbettino 2003; Il dialogo possibile. I cristiani di fronte all’islam oggi, Sciascia 2005; Teologi in ginocchio. Figure di spirituali nella Sicilia contemporanea, Sciascia 2006; Il Duomo di Monreale: lo splendore dei mosaici; Libreria Editrice Vaticana - Itaca 2009; Trinità e Chiesa, in Dizionario di Ecclesiologia, Città Nuova 2010.

 

Sin dalla sua nascita, nel XIX secolo, l’ambito disciplinare della Storia delle religioni si è caratterizzato per una particolare sensibilità al dibattito metodologico ed epistemologico. Ciò è legato al particolare status di frontiera della disciplina, tra saperi storici e saperi socio-antropologici. Questo particolare profiloha generato una tensione feconda, alla ricerca di un equilibrio tra la valorizzazione della corretta contestualizzazione storica da un lato, e dall’altro la ricerca di modelli interpretativi più generali, frutto dell’influenza sociologica ed etnoantropologica. Inoltre il particolare oggetto di studio, la «religione» (o la pluralità di oggetti culturali che vi sono ricondotti), pone al tempo stesso questo campo di studi al centro di interessi vitali che vanno ben oltre la ricerca in sé, inserendosi nel più ampio dibattito culturale sul multiculturalismo e sui processi identitari e la loro difficile gestione. Un’introduzione a tutta questa problematica deve perciò affrontare questioni complesse e curare con particolare lucidità l’intreccio tra ricerca storica e riflessione contemporanea. Nicola Cusumano.

 

Parole chiave: religione/ religioni, comparazione, processi culturali, identità, violenza

 

Nicola Cusumano, professore associato di Storia greca all’Università di Palermo, insegna storia greca, storia antropologica della Grecia antica e Religioni del mondo classico. Dirige, con Corinne Bonnet (Université de Toulouse – Le Mirail), «Mythos», rivista di storia delle religioni. Tra i suoi interessi principali lo studio dei contatti interculturali, soprattutto nell’Occidente greco, con particolare riguardo al culti e alla memoria mitica. S’interessa inoltre degli aspetti epistemologici della ricerca storica (verità, memoria, passato e tradizione). Tra le sue pubblicazioni: Una terra splendida e facile da possedere. I Greci e la Sicilia, G. Bretschneider, Roma 1994; Biante e la Sardegna. Libertà dominio e felicità in Erodoto, Atti Erodoto e l’Occidente, G. Bretschneider, Roma 1999; A che serve la storia?,in Saperi bocciati,Carocci, Roma 2002; La distanza tra passato e discorso storico in Diodoro XX 43, 7: una “sinfonia” imperfetta, in Epitomati ed epitomatori: il crocevia di Diodoro Siculo, New Press, Como 2005; Le prove nel discorso storico. Riflessioni a margine, in Processo alla Prova. Modelli e pratiche di verifica dei saperi,Carocci, Roma 2007; Mots pour dire lesmots. Interactions, acculturations et relations interculturelles dans la Sicile antique (Ve-Ier siècle avant J.-C.), in «Pallas» 79, 2009 ; TuristiaSparta. Il passato che non torna e l’invenzione della tradizione, in «Archivio Antropologico Mediterraneo on line», XII/XIII (2009-2010), 12/2, pp. 43-52. Recentemente ha curato, con V. Andò, il volume Come bestie? Forme e paradossi della violenza tra mondo antico e disagio contemporaneo, Caltanissetta-Roma 2010.

 Giovanni Di Stefano - Giusy Ventura, Ebrei, Camarina e... dintorni. Mostra Archeologica Museo Regionale di Camarina. 30 luglio-30 ottobre 2011

 

Alcuni documenti della cultura materiale rinvenuti nell’entroterra di Camarina recano segni identificabili (la menorah) che ne individuano una sicura appartenenza a comunità ebraiche: una lucerna, una iscrizione, un’architrave di una tomba. Altri documenti rinvenuti nel territorio sono dei philakteria: una lamina in oro da Comiso.

 

Giovanni Distefano, Direttore del Museo Regionale di Camarina; Professore di Archeologia e storia dell’Arte tardoantica all’Università della Calabria.

 

Giusy Ventura, Dottore in Archeologia, ricercatrice presso l’insegnamento di Archeologia e storia dell’Arte tardoantica dell’Università della Calabria, collaboratrice al Museo Regionale di Camarina.

 

Vincenzo M. Corseri, Signum Sanctae Crucis. Iconologia del Crocifisso nella lezione di Heinrich Pfeiffer S.J.

Il lavoro prende spunto da un recente convegno (Signum Sanctae Crucis. Percorsi di arte e fede a Museo Diocesano), organizzato dal Museo Diocesano di Mazara del Vallo (2-3 aprile 2011) in occasione del restauro e dell’esposizione del prezioso Crocifisso ligneo quattrocentesco che da secoli si conserva presso il Monastero benedettino di San Michele Arcangelo. La manifestazione ha visto coinvolti alcuni autorevoli studiosi di teologia e arte cristiana e si è conclusa con la lectio magistralis di Heinrich Pfeiffer S.J. – studioso di fama mondiale e professore emerito di Iconologia e Storia dell’Arte Cristiana alla Pontificia Università Gregoriana – sul tema dell’iconografia del Crocifisso nel Medioevo, con un riferimento specifico al Crocifisso del Monastero di San Michele. La presente nota intende problematizzare alcuni aspetti centrali del discorso di padre Pfeiffer e del dibattito teologico e storico-artistico che ad esso riconducono.

Parole-chiave: arte cristiana; iconologia; Crocifisso ligneo di Mazara del Vallo; Volto Santo; Heinrich Pfeiffer S.J.

Vincenzo M. Corseri, nato nel 1976 a Castelvetrano (Tp), si è laureato in filosofia presso l’Università degli Studi di Palermo. È redattore di «Schede Medievali» e «Mediaeval Sophia». Ha collaborato con la Facoltà Teologica di Sicilia alla redazione del Dizionario Enciclopedico dei Pensatori e Teologi di Sicilia. Secc. XIX-XX (Roma-Caltanissetta 2010). Attualmente sta svolgendo un dottorato di ricerca in Filosofia (XXIII ciclo) presso il Dipartimento di Filosofia, storia e critica dei saperi (Fieri-Aglaia) dell’Università degli Studi di Palermo, con una tesi sul linguaggio della concordantia nel pensiero politico-religioso di Nicola Cusano. È socio dell’Officina di Studi Medievali e della Società Italiana per lo Studio del Pensiero Medievale (SISPM).

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