Ferruccio Bertini, A proposito di alcune raccolte di favolisti medievali

 

 

Il genere letterario della favola ha conosciuto durante tutto il Medioevo, attraverso la mediazione indiretta di Esopo e di Fedro, una dilagante fortuna, soprattutto per la valenza didattica e moralistica che esso possiede. In questo studio, dopo una iniziale ricognizione sulle varie sorti di Fedro e di Aviano nelle raccolte favolistiche latine medievali in prosa (il Romulus, Ademaro di Chabannes, gli Apologi Aviani) e in versi (l’Esopus del cosiddetto Gualtiero Anglico, il Novus Aesopus di Alessandro Neckam, il Novus Avianus Astensis, il Novus Avianus Vindobonensis, etc.), ci si sofferma sull’apologo della volpe e della pernice, tramandato soltanto da Ademaro di Chabannes (XI sec.), quindi sulla Fecunda ratis di Egberto di Liegi (XI sec.) e, infine, sul Novus Esopus di Baldone, favolista di area italiana (XII sec.) che utilizza molte suggestioni narrative di origine orientale. In conclusione, vengono forniti alcuni spunti sulla utilizzazione didattica della favola nella scuola contemporanea e vengono proposti alcuni paralleli tra la favola di animali antica e medievale e il moderno cartone animato (soprattutto quello di Walt Disney).

 

 

Parole chiave: favolistica, morale, didattica, Ademaro di Chabannes, Egberto di Liegi, Baldone.

 

 

Ferruccio Bertini, nato a Genova nel 1941, è professore ordinario di Letteratura Latina presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Genova. Della stessa Facoltà è stato preside ed ivi, per 25 anni, ha insegnato anche Lingua e Letteratura Latina Medievale. Nel corso di oltre 40 di intensa attività scientifica e didattica ha pubblicato edizioni critiche, commenti, traduzioni, libri, saggi e articoli su Plauto, Terenzio, Cicerone, Ovidio, Fedro, Nonio Marcello ed altri grammatici e lessicografi tardo-antichi e medievali, come Prisciano, Fulgenzio ed Osberno di Gloucester, e ancora su Boezio, Cassiodoro, Gilda, l’Historia Brittonum, Rosvita di Gandersheim, Ademaro di Chabannes, Bernardo Silvestre, la commedia elegiaca e la tragedia latina del XII e XIII secolo, Iacopo da Varazze, Niccolò Perotti, Ludovico Dolce ed altri scrittori ed umanisti minori. Tra i suoi svariati interessi di ricerca, quelli maggiormente privilegiati riguardano la fortuna del teatro comico latino nel Medioevo e nell’Umanesimo (con la direzione dell’edizione complessiva delle Commedie latine del XII e XIII secolo, 6 voll., Genova 1976-1998, nonché col volume Plauto e dintorni, Roma-Bari 1997); la favolistica antica, medievale e umanistica (con la direzione della collana Favolisti latini medievali e umanistici, 12 voll., Genova 1984-2005 e col volume Interpreti medievali di Fedro, Napoli 1998); la lessicografia (con la direzione, insieme a V. Ussani jr., dell’edizione di Osberno di Gloucester, Derivationes, Spoleto 1996); il teatro sacro medievale (con studi sul Ludus de Antichristo e, soprattutto, su Rosvita di Gandersheim, della quale ha pubblicato, fra l’altro, una traduzione italiana dei Dialoghi drammatici, Milano 1986 e 2000). Ha inoltre redatto una Letteratura latina medievale in Italia, Busto Arsizio 1988, e ha curato il reading Medioevo al femminile, Roma-Bari 1989. È condirettore, dal 1992, della rivista «Maia» e, dal 2007, direttore dell’Istituto Internazionale di Studi Piceni di Sassoferrato (AN). e.mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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