Ezio Albrile, Dèi di un mondo segreto

I cosiddetti «Arconti» sono dei personaggi di tutto rilievo nelle cosmogonie gnostiche: sono gli artefici di una realtà fittizia e maligna, una prigione per le anime luminose. Gli Gnostici si ritengono “eletti” nello svelare l’inganno ordito da tali forze estranee, ostili al vero Dio. Per comprendere appieno il meccanismo oscillatorio che vincola le anime al cosmo, essi fanno ricorso alla disciplina astrologica, codificata in una serie di scritti più o meno segreti. Tra questi uno dei più significativi ed enigmatici è conservato nell’opera eresiologica del presunto Ippolito: si tratta di un libro intitolato Gli abitanti della periferia sino all’etere, attribuito e utilizzato dalla setta gnostica dei Perati. Lo studio e l’analisi di quest’opera sono quindi un’occasione per evidenziarne i legami con stilemi ideologici che vanno ben oltre il tempo in cui venne redatta. Il libro letto dai Perati appare infatti configurato secondo i parametri di una disciplina astrologica segreta, i cui riverberi si colgono in peculiari figurazioni altomedievali. In esse l’astrologia si configura alla stregua di una disciplina salvifica. Lo studio di stelle e pianeti, lungi dall’essere un mero vaticinio, una speculazione oroscopica, rappresenta un valido strumento per conoscere gli arcani meccanismi che vincolano l’uomo al divenire.

Parole chiave: Gnosticismo, Astrologia, Ade, Neoplatonismo, Arte Romanica.

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