Luciana Pepi, Fede e libertà nell’ebraismo

L’uomo nell’ebraismo, come nel cristianesimo e nell’islam, è concepito come creatura di Dio e non come essere autonomo e indipendente. È un “essere in relazione”. Anche la sua libertà è concepita all’interno della relazione con Dio ed in particolare con la “parola di Dio”, la Torah. L’ebraismo, in tutte le sue forme, dal pensiero rabbinico a quello qabbalistico, sostiene con fermezza il libero arbitrio. La fede ebraica, come è noto, si manifesta soprattutto con le opere, le azioni, tanto da essere definita come “ortoprassi”. Il giudaismo, come si forma nei primi secoli dopo la distruzione del tempio, si presenta come una religione essenzialmente pratica, dedita non a definire un insieme di credenze teoretiche, quanto un insieme di atti (i precetti, in ebraico mitzwot) che l’ebreo deve compiere per vivere rettamente. L’osservanza delle mitzwot è elemento centrale della fede. La riflessione rabbinica, come quella filosofica, evidenzia come senza libertà tale osservanza non avrebbe senso. Il rapporto tra osservanza dei precetti e libertà è stato esplorato da diversi punti di vista, costituendo uno dei temi principali del pensiero ebraico di tutti i tempi.

Parole chiave. Ebraismo, fede ebraica, filosofia ebraica.

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